La disciplina del Mondioring unisce esercizi di ubbidienza, prestazioni atletiche spinte e attacco in un mix altamente dinamico, fluido e continuativo con lo scopo di ottenere un solido e naturale controllo del cane. Perché tale controllo possa definirsi sostanziale occorre che trascenda l’aspetto di dettaglio per focalizzarsi sull’essenza del comando ed è qui che si evidenziano le peculiarità della disciplina: la sorpresa, l’imprevedibilità e, in un’ultima analisi, la sua mutevolezza.
Cosa intendo? Beh che l’ordine degli esercizi può essere modificato secondo sorteggio, le attrezzature sono molteplici e non studiate appositamente, gli scenari possibili contemplano elementi nuovi e a discrezione del giudice, i figuranti sono dotati di tuta specifica che consente il morso in ogni zona del corpo (escluse mani e testa ovviamente) e sono persino previsti temi specifici.
La questione diviene quindi piuttosto pepata…
La miglior rappresentazione concettuale del citato controllo sostanziale è il totale inutilizzo del guinzaglio, anche nel livello più semplice.
Le mutazioni agiscono come una trivella capace di perforare la velata barriera di condizionamenti e riflessi che con il tempo possono verificarsi nell’addestramento e parimenti sfumano i tratti di delimitazione tra l’ambito “operativo-effettivo” e quello meramente sportivo.
Tutto questo comporta un’iniezione di ossigeno nel lavoro del binomio e permette di evidenziare le genetiche migliori, altro scopo della disciplina.
Analizziamone dunque più nel dettaglio la struttura e il citato carattere mutante.
Tre sono le categorie previste denominate semplicemente Categoria 1, Categoria 2 e Categoria 3, il livello di difficoltà, e quindi di preparazione richiesta, aumenta all’aumentare del numero.