Dalla Russia con ardore

Origini della razza

Il Caucaso è la regione geografica ubicata tra il Mar Nero e il Mar Caspio e dominata dall’omonima imponente catena montuosa. Comprende gli stati della Georgia, dell’Azerbaigian, dell’Armenia e una parte della Russia. Nel quotidiano non sentiamo mai parlare di questa zona del mondo; al di fuori forse della Russia, ma sicuramente non della sua zona caucasica. Nessuno dei rispettivi paesi fa parte dei potenti del mondo, dei più ricchi o di quelli più avanzati tecnologicamente.

Proprio il Caucaso però possiede un prodotto di assoluto valore: uno tra i più eccellenti cani pastori, il Pastore del Caucaso.

Si tratta di una razza destinata alla guardia e alla protezione del gregge e non alla sua guida, quindi non un cane conduttore bensì un custode; e uno dei più antichi a dirla tutta visto che nella sua terra è nata la pastorizia 8000 anni prima di Cristo.

Cane - Custode

I cani custodi risultano particolarmente interessanti perché rappresentano l’essenza della selezione naturale e il negativo della fotografia dei predatori tipici della zona di origine. L’uomo si è intromesso solo per bloccare l’istinto predatorio verso gli animali da pascolo lasciando poi che la natura ne temprasse le doti fisiche e psicologiche. Sono il ponte di collegamento tra il predatore selvaggio e il cane addomesticato ed ausiliario.

Ne esistono molte razze diverse ma come ha sostenuto la dott.ssa Galina Kirkitskaya nella conferenza dell’8 novembre 2014 sull’anatomia funzionale e lo standard del Pastore del Caucaso tenutasi a Bologna, tutte vorrebbero essere come il Caucaso. Cerchiamo di capire il perché di tale affermazione.

 

Il Pastore del Caucaso possiede una mole superiore a molti altri cani custodi, l’altezza al garrese dei maschi non deve essere inferiore ai 65cm mentre per le femmine il valore non deve essere minore di 62cm. Il peso di un maschio può variare dai 50kg fino agli 80kg e oltre e questo è dovuto proprio alla geografia del Caucaso. Esso è un’immensa catena montuosa lunga oltre 1200km e il cui punto più alto, il Monte Elbrus, misura ben 5600mt. Sulla base di varie osservazioni nonché studi scientifici si evince che gli animali che vivono in zone fredde e/o montuose sono in genere più grossi e pesanti dei conspecifici risiedenti in aree più miti, e prima ho affermato che i pastori-custodi sono il negativo della fotografia dei predatori delle loro zone. In cima alla catena alimentare caucasica ci sono il lupo e l’orso… In base alla coevoluzione, ossia quel processo per cui l’evoluzione di una specie influenza quella di un’altra specie con cui interagisce, il cane adibito alla difesa da predatori più potenti deve essere anch’esso più grosso e prestante; ecco quindi la maggior stazza del Pastore del Caucaso.

Mantello

La natura opera secondo i principi dell’essenziale e del risparmio energetico. Così gli animali arrivano allo scontro vero e proprio solo in caso di estrema fame o di netta superiorità fisica tale da impiegare meno energie e contrarre i minori danni. Pertanto la prima arma a disposizione dei pastori-conduttore è l’intimidazione, intesa come opera di dissuasione d’ intento. E’ ragionevole ritenere che qualora un predatore si appresti ad attaccare il gregge esso verifichi le potenziali minacce od ostacoli e che lo faccia a distanza debita. Quindi il primo confronto tra i due rivali avviene tramite il contatto visivo a distanza. In questa fase è determinante la percezione di potenza dell’avversario per stimare i pro e i contro dell’attacco e il Caucaso si dimostra eccellente per via del mantello. Questo è doppio (dotato di sottopelo e pelo di copertura), folto e molto voluminoso così da fornire in primis protezione contro il freddo e, cosa più importante, aumentare le proporzioni percepite dell’animale. Avete presente quando i gatti gonfiano il pelo? Appaiono più grossi e minacciosi. Il principio è esattamente lo stesso solo che va applicato ad una situazione di sopravvivenza.

Esistono tre varietà di manto nel Pastore del Caucaso:

-pelo lungo: prevede un pelo di copertura lungo, dritto e ruvido che forma una folta criniera attorno al collo dei maschi. Gli arti anteriori e posteriori sono avvolti rispettivamente in simil-frange e calzoni che tuttavia non raggiungono il volume della criniera. Queste particolarità permettono al cane di apparire decisamente più grosso e al tempo stesso formano una barriera contro i morsi;

-pelo corto: questa variante consiste in una folta e spessa pelliccia omogenea su tutto il corpo corta e senza criniera, frange o calzoni. Nonostante l’assenza della criniera non dia lo stesso impatto visivo il fatto che il pelo sia più corto permette di definire meglio la muscolatura del cane che quindi appare più energico. E’ frequente nelle zone con clima più mite;

pelo intermedio: si tratta di un mantello lungo ma privo di criniera, frange e calzoni e rappresenta una buona combinazione di imponenza, proporzioni aumentate e senso di agilità dell’animale.

Tra i mantelli più tipici si registrano quelli di colore grigio zonale, ossia i cui peli presentano zone grigio scuro ad intervalli approssimativamente regolari, il sieri , cioè in cui la zona più scura del pelo è la punta, e il tigrato, colore atavico e affascinante.

Abbaio

ltre allo strato peloso il pastore-custode utilizza anche la voce per dissuadere l’avversario. Il Pastore del Caucaso è estremamente silenzioso nella fase di analisi del pericolo, questo per evitare che ogni singolo sospetto ingeneri un concerto senza fine con conseguente perdita di importanza di ciascuna segnalazione, ma nel momento in cui il pericolo è concreto l’abbaio appare profondo, cupo e penetrante. In una parola inequivocabile. L’atto di abbaiare ha una duplice funzione: desta l’attenzione del gregge che tenderà a compattarsi e soprattutto fornisce all’avversario un chiaro segnale di attivazione della guardia.

Qualora l’opera di dissuasione non sortisca il proprio effetto si passa allo scontro. I carnivori quadrupedi tendono a sollevarsi sulle zampe posteriori durante la lotta per cercare si trovarsi in posizione favorevole sopra all’avversario. Ne consegue che un cane guardiano debba possedere degli arti posteriori estremamente solidi e muscolosi così da sostenere la spinta dell’avversario e sopportarne buona parte del peso. Di nuovo, poiché il Caucaso presenta un’altezza al garrese considerevole, i suoi arti sono giocoforza piuttosto lunghi permettendo un’elevazione maggiore; e sempre poiché ha dovuto misurarsi con predatori più grossi la muscolatura appare più sviluppata e prestante. Non ultimo poiché l’ambiente di questa razza è l’omonima catena montuosa, con salite e discese, il posteriore ha dovuto evolversi nella locomozione di un animale di 70kg in un simile terreno.

Tutto ciò è decisamente funzionale verso il lupo. Tuttavia ho parlato anche dell’orso…

Pastore vs Orso

Sebbene la mole sia un fattore decisamente imprescindibile per un cane come quello in oggetto essa non è tutto. Se ne ha buona evidenza appunto pensando all’ orso, per quanto grosso possa essere un cane difficilmente raggiungerà le dimensioni e la forza del plantigrado; così entra in gioco l’equilibrio. Proprio come un robusto cancello in ferro battuto è perfettamente inutile se non si chiude in tempo, allo stesso modo un guardiano eccessivamente grande e pesante non sarà sufficientemente veloce per schivare le zampate dell’orso e finirà per soccombere. In merito tornano a dare il loro contributo il mantello e la montagna: il primo perché aumenta la percezione di potenza del cane senza appesantirne i movimenti una volta che si passi all’azione; e la seconda perché la sopravvivenza in essa presuppone resistenza nel movimento. Che è per l’appunto inversamente proporzionale a dimensioni e peso. Così ad un primo contatto l’orso si troverà di fronte un guardiano dalle dimensioni percepite maggiori per via del mantello, il quale però avrà un’agilità maggiore nel momento dell’attacco proprio perché il mantello non è vera massa.

Morfologia

75kg per un cane possono bastare, cercare il soggetto da 90kg farà sicuramente felici gli occhi ma il Pastore del Caucaso non è un cane per le mere apparenze. Anche considerando che i cani di grossa mole allevati e cresciuti su superfici dure presenteranno piedi piatti o svasati.

Sempre in considerazione dello scontro la razza in oggetto presenta dei vantaggi non trascurabili:

le orecchie piccole e attaccate alte e la conformazione di cranio e muso.

Le prime rappresentano un adattamento che possiamo definire “passivo” nel senso che è volto a subire meno danni. Infatti più esse rimangono adese alla testa e minori probabilità ci sono che vengano morse o ferite. Si potrebbe pensare quindi che il Caucaso sia una razza a cui viene sistematicamente praticato il taglio delle orecchie, non è così: esso presenta, e mantiene, delle orecchie pendule. Un cane, animale della medesima famiglia del lupo, preposto alla difesa delle pecore deve essere completamente accettato e visto come una presenza positiva da queste ultime, le orecchie tagliate a mo’ di Dobermann conferirebbero un aspetto minaccioso e molto simile a quello del lupo. Invece le orecchie pendule permettono la rassomiglianza ai cuccioli evitando il timore degli erbivori.

Quanto al cranio esso è invece un adattamento “attivo” ossia atto ad offendere. Infatti esso è la sede dei muscoli masticatori che, data la funzione del cane, devono essere il più sviluppati e prestanti possibili. Nel Pastore del Caucaso il cranio ha dimensioni decisamente considerevoli e il profilo superiore appare piatto o leggerissimamente bombato; in tal modo i muscoli temporali possiedo una grande base di ancoraggio. Parimenti le arcate zigomatiche sono ben pronunciate per alloggiare i muscoli masseteri. Conseguenza fisiologica del cranio è il muso che nel Caucaso ha una lunghezza uguale o anche inferiore a quella del cranio permettendo così di aumentare la forza dei muscoli masticatori grazie ad un gioco di leve. Inoltre esso è ben largo allo stop e si assottiglia solo leggermente verso il tartufo mantenendosi saldo e resistente alle forze di torsione della lotta.

Carattere

Non ultimo c’è l’aspetto caratteriale di questo animale che io penso possa essere definito con il termine “ardore”. Impeto, focosità e determinazione. Tali caratteristiche possono essere presenti in altre razze simili tuttavia quante di queste sono state attivamente impiegate per la guerra? Il Caucaso è stato, attualmente per fortuna non più, un cane da guerra; e non solo millenni fa come verrebbe da pensare ma anche nella Seconda Guerra Mondiale dall’ Allevamento Stella Rossa. Va da sé che se l’Unione Sovietica ha impiegato un animale simile per scopi bellici questi non sia di temperamento comune. E’ un animale austero, franco, focalizzato e dotato di grande ferocia se necessario.

Uno degli aspetti decisivi di ogni pastore-custode ma del Caucaso in particolare, e che infatti hanno reso possibile il suo impiego in guerra come vera arma, è il rapporto con l’uomo. Queste e questa razza, non devono, e non sono portati, ad avere un legame intimo con la nostra specie. Ciò non è dovuto a cattiveria o velleità umane bensì alla fisiologica funzione che l’animale deve svolgere. Se il cane fosse portato e preferisse il contatto con l’uomo si adopererebbe per cercarlo risultando inadeguato e manchevole nella sua veste di guardiano stoico e sempre pronto. Al contrario il cane deve sentirsi parte del gregge, percepire le pecore come il proprio punto di riferimento e il proprio gruppo senza il quale perderebbe il proprio ambito di applicazione.

Il contatto tra uomo e pastori-custodi deve essere il più raro e sporadico possibile, mentre quello con gli animali da pascolo da difendere dovrà essere il più stretto e duraturo possibile affinché il cane, in quanto animale sociale, si percepisca come appartenente a quel determinato gruppo.

Si dice che il vero Caucaso sia quello georgiano, tuttavia la razza viene annoverate tra i “cani russi” a causa dell’appartenenza della regione caucasica all’ Unione delle Repubbliche Socialiste e Sovietiche (URSS) nel periodo di attenzione cinofila ufficiale. Attualmente ciascuno stato caucasico sta cercando di selezionarne un tipo proprio con lievi differenze dagli altri: il georgiano è il tipo più massiccio, potente e feroce; quello armeno ha il tronco più compatto mentre quell’ Azerbaigian è più piccolo e leggero.

I pastori-custodi, tutti, sono cani che differiscono di molto dalla ormai dilagante cultura del cane come sorta di neonato umano eternamente paffuto e coccoloso verso cui riversare tutte le nostre tare psico-affettive. Il Pastore del Caucaso è l’emblema di ciò che un custode del gregge dovrebbe essere presentando in misura massima tutte le caratteristiche tipiche e necessarie. Nel 21esimo secolo, in cui mangiamo cibi, ascoltiamo musica e guidiamo macchine autoctoni di stati dell’altra parte del mondo possiamo sperimentare anche le razze di altre parti del mondo aumentando così la nostra cultura cinofila.

Basti pensare che tutti conosciamo e seguiamo sui social Kim Kardashian, la quale è da parte di padre di origini armene e quindi caucasiche; eppure è quanto di più lontano ci possa essere dal concetto di bellezza funzionale. Sempre che per “funzionale” non si ritenga ingrassare i chirurghi plastici, ovviamente.

Invece il Pastore del Caucaso è di una tale bellezza funzionale che se nel film Dalla Russia con Amore 007 avesse avuto a che fare con uno di questi cani invece che con la spia russa che beve vino rosso insieme al pesce adesso non saremmo arrivati all’attesa di No time to Die.

Francesco Predieri

Fonti: I cani da pastore dell’est di Sergio Zavattaro, De Vecchi Editore; Principi di Locomozione di Mario Canton, Antonio Crepaldi Editore; Dvd Il Pastore del Caucaso Anatomia Funzionale e Interpretazione dello Standard convegno dell’ A.I.P.R dell’8 Novembre 2014 a Bologna.

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