Pastore della (NON) Russia Meridionale :
Il Pastore Ucraino
Errore di sistema
Siamo di fronte ad un errore, la cui risoluzione, alla luce dei fatti di questi giorni bui di fine febbraio, può assumere un carattere esemplare e finanche sanzionatorio. Il Pastore della Russia Meridionale ha il nome sbagliato. E’ così appellato perché quando se ne è iniziata la selezione (primi del ‘900) nonché si è proceduto al riconoscimento ufficiale (1983) l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche era un’ombra scura, coprente, dominata dalla Russia e offuscante tutti gli stati minori con essa confinati, tra i quali l’Ucraina. Ma è proprio nel territorio di Kiev che si è verificato lo sviluppo, l’impiego pratico e dunque la selezione del grande pastore-custode delle greggi (I Cani da Pastore dell’EST, tutto sulle 14 razze- De Vecchi Editore- Sergio Zavattaro; Enciclopedia Internazionale CANI Tutte le razze canine- De Vecchi) non in territorio russo propriamente detto; dunque il nome Russia Meridionale poteva andare bene nel secolo scorso, ma fintanto che oggi, nel ventunesimo secolo, l’URSS non esiste più e l’Ucraina è cosa separata ed indipendente dalla Russia- anche se questa evidentemente la pensa diversamente- esso va cambiato in Pastore dell’Ucraina o Pastore Ucraino. Questo doveroso aggiornamento, poi, può come detto configurarsi anche come sanzione nei confronti della Russia per il recente attacco ai danni dell’Ucraina. Riconoscendo la razza in questione come di origine ucraina si colpisce il patrimonio cinofilo della Grande Madre Rossa. Certo si potrebbe pensare che come sanzione non sia un granché e che Putin se ne freghi alla grande ma d’altronde siamo davvero convinti che proiettare la bandiera azzurro-gialla sul Colosseo, manifestare con tanto di bandiere dipinte in viso e lanciare hashtag faccia tremare cambiare lo zar?
F.C.I. dai!
E’ vero, probabilmente il nome è quello perché quando si è richiesto il riconoscimento quello è quanto è stato indicato e si è trascinato nel tempo ma la rettifica e l’aggiornamento dei dati dovrebbero essere sempre ai primi posti nelle liste delle priorità di ogni organizzazione internazionale, specialmente se i essi rappresentano il patrimonio di tale organizzazione, come è il caso della F.C.I. Allora perché mentre in queste ore tutti i principali enti internazionali studiano sanzioni, ognuno per il proprio ambito di competenza, a danno della Russia per la vicenda ucraina la suddetta Federazione Cinologica Internazionale che è la massima autorità internazionale in fatto di cinofilia e che nei suoi standard (ritenuti il massimo in materia) cita per gli esemplari maschi di tutte le razze “entrambi i testicoli devono essere ben discesi nello scroto” non da prova di avere lo scroto figurativamente ben pieno riconoscendo la nazionalità dell’animale così contemporaneamente da sanzionare anch’essa la Russia, dare una vetrina alla razza (poco conosciuta) e dare rilevanza anche all’ambito cinofilo intendendolo come patrimonio?
E’ mai possibile che nel mondo della cinofilia si resti sempre inevitabilmente e graniticamente ancorati a quanto fatto 20, 30, 50 anni fa e tutt’al più ci si muova con l’agilità di un bradipo pigro?
Oltretutto “della Russia Meridionale” vuol dire poco e confonde le idee dato che la Russia è talmente sterminata che il suo confine meridionale tocca l’Ucraina, il Kazakistan e la Mongolia, tra gli altri.
Pastore Ucraino di contro fornisce in un baleno molte più informazioni, ed è più corto cioè semplice. La cosa non è impossibile, basti pensare che per alcune razze il nome fa riferimento addirittura alla città o alla zona geografica precisa all’interno di uno stato più grande: Pastore Bergamasco, Pastore Maremmano-Abruzzese, Cirneco dell’Etna, Bolognese. Inoltre il riconoscimento è arrivato preciso per decine di razze appartenenti a paesi dell’Est senza citare la Grande Madre Rossa: Pastore di Karts, molto simile al Pastore di Sarplanina (Jugolasvia), il Pastore di Cuvac (slovacco), il Kuvasz, il Komondor (ungheresi), il Tatra (polacco) e il Pastore dell’Anatolia (turco).
Dog Attitude propone di seguito, in segno di solidarietà nei confronti di Kiev, un prospetto di quello che abbiamo deciso di chiamare, correttamente, Pastore Ucraino.
Il Pastore non russo meridionale ma Ucraino: origini
Si tratta di un cane pastore custode, non quindi di un conduttore adibito alla guida e alla determinazione della via del gregge. La guardia e la difesa dei capi e del gregge nel complesso sono le specialità di questa razza. Compito che precede, cronologicamente, quello di conduzione.
L’origine dell’animale, seppur fondamentalmente incerta come per la stragrande maggioranza delle razze, è particolarmente significativa al fine del cambio del nome ed è la seguente: secondo il Dott. Sergio Zavattaro (medico veterinario, autore del bel libro I cani da pastore dell’Est, e studioso della tipologia di cani custodi) l’animale discenderebbe dal Pastore Tartaro o Mongolo che a sua volta deriverebbe dai pastori-custodi portati nella regione dell’odierna Ucraina dai Cumani circa nel 1100 d.C. La qual cosa sembra essere plausibile vista la somiglianza con altri esponenti del genere delle aree vicine come il Mioritic rumeno e il Komondor ungherese.
Che fisico!
Come ci si può aspettare da un cane che deve vegliare e difendere la mole è decisamente importante, la struttura fisica è massiccia, l’ossatura forte e sostanziosa avvolta da una muscolatura ben sviluppata e tonica tale da fornire una sensazione di potenza e pesantezza (come un grosso cancello che separa i malintenzionati dai preziosi custoditi all’interno della dimora).
Per intenderci l’altezza al garrese deve essere di almeno 65cm per i maschi e di 62cm per le femmine. La suddetta struttura però non deve essere tanto pesante da pregiudicare il movimento poiché la caratteristica delle greggi è che naturalmente si spostano e dunque per poterle custodire è inevitabile seguirle e percorrere decine di km conservando energie sufficienti per dimostrarsi ancora efficaci una volta giunti alla meta (perché non si può mai sapere quando e dove il predatore proverà ad attaccare).
In considerazione di questa necessità di spostamento e del fatto che un attacco corpo a corpo con l’animale selvatico implica reattività e prontezza nei movimenti il cane si presenta leggermente rettangolare con una lunghezza che eccede l’altezza al garrese del 8-10%. Tale costruzione coniuga forza e agilità permettendo un transito lineare tra tutte le andature principali: passo, trotto e galoppo. Nel caso fosse quadrato la resistenza nel movimento ne risentirebbe mentre se fosse eccessivamente lungo la muscolatura dorsale risulterebbe meno potente.
L’enorme stazza svolge una fondamentale funzione in sé e per sé: quella deterrente. In considerazione dei predatori che coabitano le zone di questa razza- il lupo e l’orso – più essi si trovano di fronte un cane grande e possente e più saranno restii a tentare di cibarsi con gli armenti. Perché d’accordo che sono dotati anch’essi di forza e potenza ma comunque lo scontro può costar loro caro, specie se gli esemplari sono diversi. La deterrenza è la primissima funzione del cane custode e date le misure l’Ucraino si difende decisamente bene.
Testa
La testa fa la razza, ma qui, a questo animale, la testa non serve solo farsi identificare bensì anche a difendere e offendere. L’arma del cane è il morso, la cui potenza è determinata dalla costruzione e dai muscoli della testa. Essa si presenta allungata con fronte larga per alloggiare una buona muscolatura; lo stop è poco pronunciato mentre le orecchie sono triangolari, pendenti e piccole in modo da non essere facilmente azzannabili dall’avversario. Gli occhi, coperti da folte e lunghe sopracciglia che li preservano dalle intemperie, hanno forma ovale e taglio orizzontale.
Chiaro e protettivo
Riguardo alla funzione deterrente assume importanza anche il mantello poiché fa apparire il cane più grande e pieno e, in seguito, lo protegge dai denti o dagli artigli dell’antagonista. Senza contare la copertura e il riparo rispetto agli agenti atmosferici, che nella zona d’origine possono essere intensi con temperature piuttosto rigide.
Il manto è doppio, ossia composto di pelo di copertura e sottopelo, con il primo lungo circa 10-15cm, ruvido, spesso e folto su tutta la parte superiore del corpo, sul petto, sulla testa e sugli arti, con il risultato che appare leggermente ondulato. Il sottopelo deve avere buono sviluppo per garantire un buon isolamento termico nel periodo più freddo dell’anno.
Il colore più diffuso è il bianco, chiaro come le azioni e le intenzioni dell’Ucraina in questi giorni, ma sono possibili le varianti bianco-fulvo, paglia, grigiastro e tutte le sfumature del grigio.
La calma è la virtù dei forti
Diversamente da un conduttore un pastore custode efficiente è silenzioso, presente ma invisibile, defilato a meno che non serva e fortemente intraprendente e svicolato dall’azione dell’uomo.
Un animale nevrile e facilmente eccitabile passerebbe la maggior parte del tempo in uno stato di agitazione e allerta continue con la conseguenza di bruciare energie preziose e portare turbamento negli erbivori che gli sono affidati, stressandoli e potenzialmente causandone movimenti bruschi con la possibilità di disgregare il gruppo e perdere i singoli capi.
Ecco perché la psiche dell’Ucraino è limpida, salda e composta. La maggior parte del tempo… Perché vale il vecchio detto secondo cui “l’ira dei calmi è la peggiore”, se da un lato i pastori custodi sono tanto inavvertibili quando non c’è minaccia diventano attori principali assolutamente temibili e aggressivi quando il pericolo si palesa. Ed è qui che si evidenzia la principale dote nonché divergenza rispetto ai cugini conduttori: in questi frangenti dimostrano un assoluto controllo e una spiccata intraprendenza, essendo essi stessi a condurre l’operazione di difesa, senza che l’uomo faccia necessariamente qualcosa (potrebbe non essere neanche presente).
Kiev e l’impropriamente detto Pastore della Russia Meridionale sono ucraini, da tutti i punti di vista e alla prova dei fatti e come tali devono essere riconosciuti e difesi!
La NATO sta mobilitando le truppe, i governi approvano le sanzioni, noi ci dipingiamo la faccia, FCI, prendere l’iniziativa e operare la rettifica è il minimo che si possa fare.
Sezione
Francesco Predieri
Fonti: (I Cani da Pastore dell’EST, tutto sulle 14 razze- De Vecchi Editore- Sergio Zavattaro; Enciclopedia Internazionale CANI Tutte le razze canine- De Vecchi)