Il rigore funzionale nell’impiego del cane

L’Utilità e Difesa è la disciplina che mira al rigore funzionale nell’impiego del cane quale supporto pratico all’uomo e in sua difesa. I suoi concetti di fondamento sono: connessione, precisione ed efficacia.

E’ una specialità non meramente pratica e al contempo non prettamente concettuale, bensì ha il pregio di portare ad equilibrio, in un unico pacchetto ben rapportato, entrambe le connotazioni. Non si prefigge di arrivare all’obiettivo a scapito della compostezza e della pulizia di esecuzione ma nemmeno considera queste primarie rispetto all’obiettivo stesso.

Il fine è di ottenere un ausiliare che sia versatile, attivo e sfruttabile a livello generale in una gamma di n. situazioni, non subito e precisamente individuate, non già circoscritte bensì ampie e plausibili. Ecco quindi spiegato il significato del termine “Utilità” nella definizione: la filosofia pratica generalizzata.

In quest’ottica l’Utilità e Difesa cura necessariamente tutti i principali aspetti sostanziali e funzionali del cane, configurandosi come disciplina completa e complessiva. Le doti olfattive, le doti sociali quali la docilità e la sociabilità, ma anche temperamento e tempra così come gli istinti di combattività e vigilanza senza tralasciare la componente atletica e l’impiego mentale; sono tutti considerati e analizzati in funzione di un equilibrio efficace.

L’apice della completezza è raggiunto esplicitando e trattando specificatamente una delle situazioni in cui il cane si rivela più incisivo: la difesa dell’uomo. Da cui l’altro termine che va a comporre il nome della disciplina.

Tipo e razze

Per quanto detto sin qui, contrariamente ad altre, l’Utilità e Difesa non prevede restrizioni di sorta legate a taglia, razza o pedigree: un esemplare, in quanto cane, può rivelarsi perfettamente efficace indipendentemente dalla carta e/o dalle etichette. Tuttavia, è indubbio che ciascuna razza sia nata sotto l’impronta dell’uomo e in considerazione di un ambito specifico, per cui naturalmente l’efficacia massima la si ottiene con tipi e razze più precisamente individuati; perlopiù in considerazione della Difesa.

Il tipo che si sposa meglio con le finalità complessive di questa specialità è il mesomorfo, vale a dire quella costruzione somatica improntata all’armonia tra i diametri trasversali e la lunghezza; in italiano: la costruzione che non presenta sproporzioni tra larghezza e massa del tronco rispetto alla lunghezza totale nonché rispetto all’altezza degli arti. Il motivo è dato dall’ intrinseco bilanciamento tra agilità, ossia velocità, e potenza di questa conformazione; la quale è incasellata tra il tipo brachimorfo – l’estremo che predilige la potenza e la stazza- e quello dolicomorfo- che sottolinea la leggerezza e le forme affusolate-. Trovandosi al centro, la costruzione mesomorfa può virare verso i limiti superiore e inferiore, rispettivamente i tratti brachimorfi e quelli dolicomorfi; la quale cosa si rispecchia spesso nella costruzione della testa del cane- e dunque nella pressione del morso stesso- che può essere quindi a sua volta più brachicefala o dolicocefala.

Tra i mesomorfi di stampo pesante più impiegati troviamo la razza Rottweiler così come il Cane Corso, mentre tra quelli più leggeri e filanti il Malinois, il Pastore Olandese e, appena più verso il centro, il Pastore Tedesco. In qualità di mesomorfi ben bilanciati figurano invece il Dobermann ed il Riesenschnauzer; nelle prove non manca poi anche qualche Bovaro delle Fiandre, anch’esso catalogabile tra i mesomorfi più puri.

Un rapido appunto: dal momento che si registra l’attività di diverse razze da pastore in questa disciplina si potrebbe pensare che siano idonei anche pastori guardiani come il Pastore del Caucaso, il Maremmano Abruzzese o il Pastore dell’Asia Centrale, ebbene no: queste razze, seppur dotate di estrema potenza, sono state selezionate per essere fortemente indipendenti dall’uomo, il ché le rende pressoché non addestrabili e come tali inservibili in questo contesto.

A ben guardare il Gruppo 2 è quello che nel complesso presenta i migliori esponenti per l’ Utilità e Difesa.

Percorso sportivo

L’ IGP, acronimo che identifica dal punto di vista tecnico-sportivo l’Utilità e Difesa e che deriva dal tedesco Internationale Gebrauchshunde Prüfungsordnung (Prove Internazionali per Cani da Utilità e Difesa), prevede un percorso in crescendo secondo i seguenti livelli:

 

  • BH-VT
  • IGP-V (Avviamento)
  • IGP1
  • IGP2
  • IGP3

 

BH-VT

Ad onor del vero il BH-VT non è una prova di Utilità e Difesa in senso classico, bensì è la Prova Internazionale di Accompagnamento e Sicurezza nel Traffico: un test di valutazione delle qualità basilari per l’addestramento e l’equilibrio del cane. Rappresenta il prerequisito indispensabile per le fasi successive.

L’età minima di accesso al BH-VT è di 12 mesi e contrariamente agli altri livelli è composto di sole due sezioni: la A- Prova di accompagnamento in campo, e la B-Prova nel traffico. Deve essere eseguita prima la sezione A, e solo se il binomio ottiene almeno il 70% del totale dei punti si può passare alla sezione successiva, la B appunto. Il giudizio finale comunque non viene espresso in punti bensì semplicemente con un Superato o Non Superato.

 

IGP-V Avviamento

Passato il BH-VT si può intraprendere il percorso vero e proprio, che da qui in poi consta di tre sezioni per ciascuna classe, a partire da quella Avviamento, identificata dalla sigla IGP-V e accessibile solo dopo aver ottenuto il citato BH-VT nonché dopo i 15 mesi di età del cane.

 

IGP1

La prima classe di lavoro nel vero senso del termine è però quella successiva all’Avviamento, la IGP1. La quale richiede il superamento dell’ IGP-V assieme al compimento di almeno 18 mesi da parte del cane. Questa è la classe in cui il figurante inizia ad indossare la manica…

 

IGP2

La classe IGP2 porta in dote un notevole salto di qualità in termini di complessità degli esercizi rispetto alla precedente. E’ un classe che in cui il lavoro si fa maturo ed incisivo; e per cui è necessario aver già ottenuto l’IGP1 e che il cane abbia almeno 19 mesi di età.

 

IGP3

Il livello massimo, la vetta, è la classe IGP3. Ad appannaggio dei cani che sono riusciti a conquistare l’IGP2 e di età almeno pari a 20 mesi, è il tassello ultimo che qualifica un soggetto come completo, come specialista rigoroso e funzionale. Le distanze aumentano, i pesi e la pressione del figurante anche, e i dettagli fanno la differenza.

 

Tutte queste classi di difficoltà, come anticipato, si articolano in tre sezioni, ossia fasi ed esercizi, distinte: A- Piste; B- Obbedienza e C-Difesa.

Sezione A- Lavoro di Pista

La sezione A è quella che pone ad impiego la qualità principe dell’animale cane: l’olfatto. Questi è IL senso per eccellenza di questa specie, quello che ne guida la percezione dell’ambiente esterno e che la qualifica come perfettamente complementare all’uomo- che ha invece come senso primario la vista-.

Ecco dunque che nella filosofia dell’UeD il primissimo punto da cui partire è proprio questo: il naso del cane.

Il lavoro della sezione A consiste nel seguire dettagliatamente una pista odorosa, in un territorio naturale come un campo, prodotta da un soggetto che ora è il conduttore stesso e ora un terzo (detto “tracciatore”), attraverso l’individuazione e l’adeguata segnalazione di oggetti recanti la traccia odorosa.

A tracciare è: il conduttore stesso nei livelli IGP-V e IGP1 e il tracciatore nell’IGP2 e IGP3. Prima di iniziare a disegnare la pista il tracciatore- chiunque esso sia- deve tenere gli oggetti in tasca per un lasso di tempo di almeno 30 minuti così da imprimergli la nota odorosa; a questo punto, durante il tragitto, li lascia cadere. Venendo a questi ultimi- gli oggetti- devono avere un colore che non si discosti molto da quello del terreno e devono essere di materiali naturali e diversi come pelle, legno o tessuto.

La segnalazione dell’oggetto rinvenuto può avvenire secondo diverse modalità:

 

  • Sedendosi;
  • Mettendosi a terra;
  • Fermandosi in piedi;
  • Raccogliendo;
  • Riportando.

 

Va precisato che la segnalazione deve essere effettuata in direzione della pista, così come che il cane, nel caso dei primi tre metodi, deve segnalare avendo l’oggetto immediatamente davanti o posto tra le zampe anteriori. Per gli altri due metodi costituisce errore raccogliere l’oggetto e poi proseguire tenendolo in bocca, così come raccoglierlo e poi mettersi a terra. Una volta avvenuta la segnalazione il binomio deve riprendere il lavoro di pista dal punto del ritrovamento.

La complessità della pista si articola in accordo alla classe di difficoltà:

 

  • IGP-V= 200 passi; 2 lati; 1 angolo; 2 oggetti e nessun invecchiamento; Tempo: 10 min.
  • IGP1= 300 passi; 3 lati; 2 angoli; 3 oggetti; invecchiamento: 20’; Tempo:15 min.
  • IGP2= 400 passi; 3 lati; 2 angoli; 3 oggetti; invecchiamento: 30’; Tempo: 15 min.
  • IGP3= 600 passi; 5 lati; 4 angoli; 3 oggetti; invecchiamento: 60’; Tempo: 20 min.

Sezione B- Obbedienza

La potenza è niente senza controllo”. Questo slogan Pirelli è tanto azzeccato in termini di cavalli (vapore) quanto è calzante per il cane con fini pragmatici; specialmente in considerazione dele citate agilità e potenza dei mesomorfi.

Ecco quindi che prende vita la Sezione B, quella dell’obbedienza, in cui i singoli esercizi si caratterizzano non tanto per l’aspetto meramente pragmatico bensì per il risvolto più concettuale che gli sottende. Inteso come: ricettività del comando, connessione uomo-cane, precisione nella esecuzione, attenzione, docilità, collaborazione, efficacia. Gli esercizi a cui si sottopone il cane nell’obbedienza servono come marcatori, come evidenziatori empirici del rapporto di complicità con il conduttore nonché del controllo, costruttivo, che questi ha sul proprio animale.

 

Gli esercizi sono:

 

  • Condotta;
  • Seduto durante la marcia;
  • Terra e richiamo;
  • Fermo in piedi durante la marcia;
  • Riporto in piano;
  • Riporto con ostacolo di 1mt;
  • Riporto con palizzata;
  • Invio e terra;
  • Terra con distrazione.

 

Naturalmente, il grado di difficoltà aumenta all’aumentare della classe, per cui:

 

IGP-V: la condotta è effettuata per un primo pezzo con il guinzaglio; non è previsto il seduto in marcia; il riporto si effettua solo in piano mentre al posto del riporto con ostacolo si effettua solo il salto per una altezza di 80cm anziché di 1mt.

IGP1: In questa classe è sufficiente che il terra e richiamo sia completato al passo anziché al galoppo; il fermo in piedi in marcia non è previsto; i riportelli (gli oggetti di legno utilizzati per il riporto) sono di peso minore; nell’esercizio della palizzata si esegue solo l’andata senza riporto.

IGP2: Da questa classe tutti gli esercizi assumono piena forma ad eccezione del fermo in piedi in marcia, in cui il ritorno avviene al passo anziché al galoppo.

IGP3: La forma finale e compiuta. Riportelli più pesanti, tempi e distanze maggiori, galoppo spinto, reattività massima, attenzione al dettaglio. IL controllo.

Sezione C- Difesa

La punta di diamante, ciò che rappresenta il cuore pulsante dell’Utilità e Difesa è però la Sezione C: la Difesa. Questa non è solo la fase più incisiva e spettacolare, bensì è quella discriminante! Quella che più delle altre permette di operare una distinzione in termini di efficacia tra le razze; quella che permette di operare una selezione oggettiva e migliorativa a livello di esemplari e linee di sangue.

Si concretizza nel testare le capacità difensive del cane a favore del padrone/conduttore in opposizione ad una minaccia fisica, impersonata da un terzo in veste di figurante.

Per capacità difensive si intendono: la vigilanza, cioè la capacità di percepire il pericolo e tenerlo attivamente monitorato; il temperamento, ossia la prontezza di risposta ad uno stimolo esterno; la tempra, cioè la capacità di sopportare stimoli fisici o psichici sgradevoli; l’aggressività, data dalla suscettibilità a reagire con impulsi di lotta a stimoli minacciosi; e la combattività, vale a dire la capacità trasformare l’impulso di lotta in azione. A queste vanno poi unite determinazione, agilità e potenza fisica tali da contrastare e in definitiva stemperare la minaccia.

L’antagonista della sezione C è come detto il figurante, il quale è equipaggiato con una manica rinforzata rivestita esternamente di un materiale simile alla corda che va a rivestire il braccio ed in particolare l’avambraccio, e di un bastone– tenuto nell’altra mano- composto di materiale leggero, semirigido e imbottito tale da non risultare offensivo. La manica è l’unica porzione che può essere impattata/aggredita dal cane, di contro e come tale il figurante è tenuto a presentarla all’animale sempre in modo che questi possa operare una presa piena (con l’avambraccio posto orizzontalmente, ossia parallelo al petto, e rivolto in avanti). Quanto al bastone, esso serve a simulare la minaccia ed i colpi del malintenzionato in risposta allo scontro. Il bastone rappresenta quindi quello stimolo negativo, contemplato nella tempra, che il cane deve mettere in conto e deve sostenere nell’adempimento della sua funzione.

 

Gli esercizi della sezione C sono:

 

  • Ricerca: Il cane deve vagliare e controllare diversi possibili nascondigli secondo la sequenza indicata dal conduttore;
  • Affronto e Abbaio: Individuato il figurante, che è nascosto, fermo e non ha atteggiamenti minacciosi, il cane deve marcarlo stretto e segnalarlo con un abbaio frequente e inequivocabile, protratto sino all’arrivo del conduttore.
  • Tentativo di fuga: Dopo l’individuazione del figurante questi viene fatto mettere in posizione e deve tentare di fuggire lontano dal cane. Questi, di contro, deve cercare di impedire la fuga braccando, attaccandosi alla manica e opponendosi all’allontanamento.
  • Riaffronto: Ad un certo punto il figurante si arresta e, dopo qualche attimo, tenta una aggressione (alza la manica e fa per colpire il cane con il bastone imbottito) ai danni del cane, il quale deve naturalmente reagire e affrontare il proprio antagonista attaccando (la manica).
  • Scorta da tergo: L’esercizio successivo consiste nello scortare da dietro il figurante da parte del binomio. Il primo è tenuto a camminare a passo normale, in atteggiamento non ostile, davanti al binomio di circa 30 passieseguendo un semplice percorso predefinito. Di contro il binomio, e soprattutto il cane, è tenuto a seguire nonché sorvegliare i movimenti del figurante, senza però avvicinarsi.
  • Attacco durante la scorta da tergo: Dopo un tratto di percorso della scorta da tergo il figurante si girarapidamente e fa per dirigersi minacciosamente verso il binomio. Il cane deve fronteggiarlo, attaccare la manica e opporsi.
  • Attacco lanciato: Un attacco frontale dalla distanza. Cane e figurante si avvicinano l’un l’altro sulla stessa linea a passo di corsa per poi impattare a discreta velocità circa a metà strada. Dopo il primo scontro ve ne è un secondo che assume i connotati del riaffronto di cui sopra.

 

Come per le altre sezioni anche in questa la difficoltà aumenta via via che si sale di livello. Nello specifico: la scorta da tergo si realizza solo nelle classi IGP2 e IGP3, dove nella prima non termina con l’attacco come nella seconda bensì con il trasporto del figurante, privato di bastone, presso il giudice; inoltre nell’attacco lanciato nelle classi IGP1 e IGP2 il figurante parte già in vista e verosimilmente in linea retta rispetto al cane, mentre in IGP3 egli parte da dietro un nascondiglio poi svolta e a questo punto fronteggia il cane. La distanza del lanciato nell’IGP1 è pari a 30mt, nell’IGP2 è di 40mt mentre nell’IGP3 è di ben 50mt. Naturalmente anche la pressione esercitata dal figurante aumenta di conseguenza.

In definitiva quindi l’Utilità e Difesa è tutto e niente. Non è iper-specializzata e dunque non è nettamente definita, ma è tutto ciò che di base serve per vivere concretamente il cane.

Francesco Predieri, autore di Dog Attitude-Cinofilia di Utilità

Fotografo: Monia Bacheikh, responsabile foto, grafiche e social di Dog Attitude- Cinofilia di Utilità

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